Seconda settimana di trip nel nord della Spagna della Idiot Crew

Oct. 14.  2014 Galizia. Appena arrivati in Galicia con un giorno di anticipo rispetto allo swell, abbiamo surfato alla Playa de Frouxeira. Spot meraviglioso. Zero contesto urbano, solo mucche, cavalli e pecore. Alcune case sparse qua e là. Sembrava di stare in Irlanda. L’onda era veramente bella, ripida, con sezione tubante molto violenta. Alla prima pausa eravamo già preoccupati di come sarebbero state le condizioni il giorno successivo dato che le previsioni continuavano a segnalare 18ft e 20 secondi di periodo in arrivo. Il pomeriggio è iniziato un vento molto fastidioso da terra che non permetteva di surfare bene ma pettinava le onde facendo fare degli spray altissimi al lip.

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Decidiamo di muoverci in una baia riparata che avevamo visto la mattina e che ci aveva lasciati incantati. Pantin era semplicemente perfetto, nessuno in acqua, solo un ragazzo di Mundaka incazzato perché aveva surfato nel momento di marea peggiore. Gli chiediamo perché non c’è nessuno in acqua. Ci risponde che quello era il bello, le condizioni erano epiche e non c’era nessuno in acqua. Eravamo arrivati al momento giusto, nessuno in acqua ed onde perfette sui 3 metri tutte per noi. Essendo soli, siamo riusciti ad entrare con SUP, cosa quasi impossibile a Pantin. Nessuno è stato un secondo a terra, nessuno voleva perdersi quello spettacolo. Per tutti questa è stata la miglior session della vita. Tramonto, solo con i tuoi amici e condizioni epiche. Le onde, sbattendo nella roccia a strapiombo, producevano un rumore quasi pauroso. In Galizia non sono belle solo le onde, è il contesto, l’intorno, i colori.

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Surfato fino a notte, ci siamo spostati con il camper in una zona lontana dalla costa perché il rumore del mare che si rompeva sulla roccia era assordante. Saremo tornati la mattina presto a Pantin per vedere che condizioni avesse creato lo swell, ormai arrivato. La mattina la brutta notizia. Lo swell era troppo grande e Pantin era troppo grosso e disordinato. Nessuno in acqua, nessuna via di fuga e quindi troppo rischioso. Decidiamo di consultare la mappa e trovare degli spot più riparati perché il mare era veramente grosso e pauroso.

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Decidiamo di muoverci verso Playa de Esmelle e Playa de Domiños. Dalla mappa sembravano spot riparati ma le condizioni erano da tsunami. Nessuno spot reggeva la mareggiata. Stavamo sopra a queste rocce inermi, senza poter far nulla, senza poterle surfare. Nessuno si è buttato in acqua, con il mare della Galicia non si scherza, questo è mare, con la M maiuscola. Con la coda tra le gambe ci fermiamo a scattare qualche foto completamente immersi dalla pioggerellina creata dal mare e decidiamo di iniziare la via del ritorno verso Santander. La prima fermata era Gijon, in Asturias. Appena arrivati, verso l’ora di pranzo, eravamo in perfetto orario con la marea a La Roca, spot urbano della città. Le onde non sono delle migliori e lo spot è molto affollato ma la presenza dei delfini e di una nebbiolina tra le montagne ha reso il tutto mistico. Una nota molto positiva di La Roca è la possibilità di surfare anche di notte grazie alla illuminazione della strada. Questo ci ha permesso di recuperare le ore di surf perse la mattina. Il giorno seguente, avendo preso confidenza con le onde di Gijon decidiamo di buttarci nel big wave break de El Mongol a pochi passi dall’altro spot. L’onda è di quelle veramente incazzate e che permette pochi sbagli. Forse il miglior spot di Gijon, confermato dall’altro livello in acqua. La marea cambia e decidiamo di provare la Playa de Peñarrubia, sempre lì vicino, dall’altra parte del monte. Dall’alto sembrava il paradiso: onda frame destra molto lunga e sinistra tubante. Anche qua di nuovo soli, nessuno in acqua. Per arrivare allo spot bisogna scendere una lunga scalinata di legno resa viscida dal muschio. Mentre scendi l’adrenalina sale.

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Per entrare in acqua dovevi aspettare il momento giusto perché il mare era molto grosso. Appena arrivati sul picco ci rendiamo subito conto delle dimensioni delle onde. Il picco è veramente lontano dalla costa e ti fa perdere la percezione della dimensione delle onde. Immense, quello che chiami “i 4 metri spagnoli”, i famosi misurati da dietro. C’era da farsi male, tanto male. Un local è stato frullato dalla destra per minuti prima di riapparire tra gli scogli. Decidiamo di portare a casa la pelle e di metterci in salvo, la giornata era già stata positiva, non valeva la pena rovinarla con qualche incidente. A questo punto della vacanza avevamo già rotto 9 leash, di cui 3 da 9 mm, a dimostrazione della potenza delle onde spagnole. Lungo il ritorno ci siamo fermati in altri spot ormai famosi come Rodiles e Playa Vega, quest’ultima in un contesto naturale incredibile.

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Mancavano due giorni alla fine dell’avventura ed abbiamo deciso di usarli a Somo, al campionato Europeo di SUP wave per vedere alcuni materiali della concorrenza. Appena arrivati in spiaggia con le nostre tavole ci ha fermato la televisione spagnola che già conosceva le nostre tavole per qualche foto uscita su internet. Tra l’imbarazzo e lo stupore chiudiamo un’intervista sullo spot durante la gara in condizioni quasi pietose, dopo 2 settimane di surf senza farsi una doccia.

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Sono state settimane epiche, abbiamo realizzato molto materiale, testato a fondo i nuovi materiali, prese decisioni per la nuova produzione, ammirato posti incredibili e conosciuto gente speciale. Ci siamo arricchiti di una nuova grande avventura da raccontare. Ad Aprile la Spagna ci aspetta di nuovo.

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