Di Franco Femia


MEDEA. Zolle di terra di 35 cimiteri del fronte austro-russo, e in particolare della Galizia, dove sono sepolti italiani che sono morti con la divisa austroungarica durante la prima guerra mondiale, saranno portate in Italia e deposte nell’ipogeo dell’Ara pacis di Medea. Andranno ad affiancare le terre di 800 cimiteri, anche stranieri, che ospitano caduti della seconda guerra mondiale e le ampolle di acqua dei mari dove si svolsero le battaglie navali. Nel monumento, che sorge in cima al colle che spazia sull’intera pianura isontina, da qualche anno ci sono anche le terre delle foibe carsiche dove perirono centinaia di italiani. Inoltre raccoglie anche le terre di Herat (Afghanistan) e Nassirija (Iraq) dove operano e operarono in missione di peace-keeping soldati italiani. Nel prossimo mese a queste terre si aggiungeranno quelle del Libano, portate in questi giorni in Italia dalla brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli» che più volte ha operato sul quel fronte.

L’iniziativa di portare a Medea le zolle dai cimiteri della Galizia si inserisce nelle manifestazioni per il centenario della Grande guerra ed è coordinata da parte italiana da Onorcaduti e dall’altra dalla Croce nera austriaca. Sarà quest’ultima che materialmente raccoglierà le zolle e si incaricherà di portarle in Italia. E c’è anche una data in cui si svolgerà questa manifestazione: è quella di domenica 17 maggio. Una data non casuale come spiega il sindaco di Medea, Alberto Bergamin, uno dei promotori di questa manifestazione: «Il 17 maggio è la settimana precedente alle elezioni europee e noi con questo gesto vogliamo ribadire e rafforzare quel messaggio di pace e di fratellanza che deve giungere a tutti i popoli dell’Europa superando vecchi retaggi e divisioni».

«E questo segnale forte – sottolinea Bergamin – parte da queste terre contrassegnate da storie e vicende non semplici, esasperate da nazionalismi. Auspichiamo che sia anche occasione per una profonda riflessione su quanto accaduto con la speranza che la pace si rafforzi sempre di più» E vuole essere anche un omaggio e un ricordo ai tanti italiani che combatterono e morirono anche se sotto un’altra bandiera.

L’Ara pacis mundi è sorto nel 1951, all’indomani della seconda guerra mondiale, con l’intento di ricordare simbolicamente tutti i caduti e dispersi del conflitto e con l’auspicio, attraverso questo monumento, di condurre simbolicamente l’uomo verso una convivenza pacifica senza ricorrere nuovamente alle guerre e alle sue tragedie. All’interno di questo monumentale recinto in marmo travertino, progettato dall’architetto milanese Mario Bacciocchi, è stata collocata un’urna in legno e bronzo con la scritta latina “Odium parit mortem, vita progignit amor” (L’odio produce morte, l’amore genera vita). L’urna, dopo la benedizione all’Altare della Patria, fu trasferita a Medea dove venne collocata il 6 maggio 1951. Ora il monumento, che appartiene al ministero della Difesa, è gestito dall’amministrazione comunale di Medea.

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