Madrid, 2 ago. Il controllore del treno deragliato in Galizia, nel nord della Spagna, lo scorso 24 luglio – sciagura ferroviria costata la vita a 79 persone – ha affermato di non essersi sentito “in nessun momento colpevole” mentre telefonava al macchinista qualche minuto prima dell’incidente. E’ stato ascoltato oggi in qualità di testimone dal giudice Luis
Alaez, che indaga sulla tragedia avvenuta a quattro chilometri da Santiago di Compostela. “In nessun momento, mi sono considerato colpevole”, ha dichiarato il controllore ai giornalisti al suo arrivo in tribunale.
“L’ho già detto, il mio cellulare era nella mia tasca quando il treno è deragliato”, ha aggiunto, spiegando di sentirsi “molto bene fisicamente, ma provato psicologicamente”. Il giudice aveva spiegato ieri che intendeva ascoltare il controllore come testimone, ritenendo però che il fatto di aver telefonato al macchinista poco prima dell’incidente “non fosse sufficiente per accusarlo di imperizia di natura penale”.
“Il fatto di consultare il conducente per sapere se il treno potesse circolare su un percorso in particolare è qualcosa di normale (…) e non è la causa del deragliamento”, ha scritto il giudice. “Ma se non è stata una scelta felice che la chiamata sia avvenuta in quel luogo e in quel momento, questo non è
sufficiente a incriminarlo per imperizia di natura penale”.
Il macchinista del treno, il 52enne Francisco José Garzon Amo, è stato messo sotto inchiesta per 79 omicidi per imprudenza e rimesso in libertà vigilata. Interrogato martedì dal giudice, ha spiegato di aver ricevuto una telefonata dal controllore ma di aver riagganciato “qualche secondo prima” dell’incidente. Il
treno era deragliato mentre procedeva a 153 chilometri orari,
secondo i primi dati delle scatole nere, in un tratto in cui la
velocità massima è di 80 chilometri orari.
Fco

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