Ti regalo una casa

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E’ l’ennesima amministrazione locale che tenta il ripopolamento del proprio territorio, con un sistema che ha dato altalenanti risultati altrove: la vendita ad un prezzo simbolico, di interi paesi, perché venissero ristrutturati ed abitati.

Ora è il tempo della Galizia, in Spagna, dopo aver assistito ad analoghe iniziative in Abruzzo, Calabria ma anche in Inghilterra. Una società immobiliare appositamente costituita, sta al momento trattando la vendita in blocco di ben 400 borghi, tutti integrati, tutti pieni di “comodità”, come il forno, la chiesa ed edifici pubblici. La società immobiliare ha anche chiesto un prezzo ma è trattabilissimo ed ognuno dei borghi “si porta via” ad un importo ridicolo.

Per adesso la società sta operando il lancio dell’iniziativa, facendo pubblicità anche degli “esperimenti” riusciti. Come quello di Labro, nel Lazio, dove una immobiliare belga è riuscita a ristrutturare il borgo medievale, che è anche comune autonomo, con vista sul Lago di Piediluco.

Ma a quella dell’immobiliare inglese si sovrappone una iniziativa autonoma dei sindaci della Galizia: gratis alle giovani coppie con un figlio, una casa, a patto che l’abitino per almeno due anni. Un’idea che è stata sviluppata anche nell’Italia Meridionale. Questa iniziativa ha portato almeno mille persone nei villaggi della Galizia che, in tutta la Spagna è quella che ha perso il maggior numero di abitanti, attratti dalle città, a cominciare da Santiago di Compostela per finire a Madrid. La regione a nord della Spagna è quella più colpita dalla denatalità e dalla fuga verso i centri abitati tanto che l’Istat spagnolo ha certificato che la metà dei tremila borghi abbandonati della penisola iberica, si trovano proprio in Galizia.

Non è detto che l’iniziativa giunga ad una conclusione positiva, però qualche passo s’è visto: si sono fatti avanti soprattutto famiglie di immigrati recentissimi, che al loro paese facevano i contadini. Loro, che non hanno la possibilità a breve di comprarsi una casa, l’hanno trovata geniale e più di qualcuno s’è trasferito in questi borghi spopolati. Chissà se il “seme” darà poi i suoi frutti?

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