L’appuntamento elettorale del 24 maggio si avvicina. Gli elettori in Spagna saranno chiamati a votare il rinnovo di 16 governi regionali (non si voterà in Galizia, Paesi Baschi, Catalogna), che seguono le elezioni già svolte in Andalusia. E il movimento Podemos, protagonista annunciato, è già attraversato da tensioni nella campagna elettorale con uno dei fondatori, Juan Carlos Monedero, che ha annunciato le dimissioni dagli organi direttivi.
Il partito ha catalizzato l’attenzione internazionale per i numeri ottenuti nei sondaggi, grazie alla capacità di calamitare il consenso degli Indignados, quei manifestanti che per mesi hanno protestato contro l’austerità europea e la corruzione della classe politica spagnola.
Le ragioni dell’uscita di Monedero da Podemos
Juan Carlos Monedero, 52 anni, è un docente universitario di politologia, da molti considerato come il principale ideologo di Podemos, benché incarni una visione molto radicale. Nella sua carriera è stato anche consigliere di Gaspar Llamazares, quando era coordinatore di Izquierda Unida, la sinistra spagnola. Monedero, in un’intervista al quotidiano El Pais, ha espresso un parere molto forte: «la moderazione può indebolire Podemos».
Le sue parole arrivano proprio quando secondo gli osservatori nel movimento è in atto uno ammorbidimento delle posizioni per diventare più rassicurante agli occhi delle classe media. Anche perché è arrivata la concorrenza di un’altra forza politica di protesta: Ciudadanos. «Non c’è cosa peggiore di ascoltare un politico e sapere già cosa dirà», ha sostenuto Monedero, spiegando di sentirsi più utile al di fuori degli organismi direttivi.
Le elezioni del 24 maggio, insomma, assumono un significato ancora maggiore: Podemos deve dimostrare di non risentire delle tensioni interne. Che comune rappresentano un segnale di allarme per un movimento che basa sulla freschezza il proprio appeal elettorale.