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Giovinazzo: Accuse Pd, Favuzzi risponde
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Arriva la replica di Vito Favuzzi dopo le pesanti accuse rivoltegli dal Pd locale sul pagamento da parte del Comune di alcune sue spese legali. Il Presidente del Consiglio non ci sta e risponde a tono, spiegando la sua versione dei fatti contestatigli.
«Ho dovuto difendermi da un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Bari dall’ex consigliere comunale Galizia, nel quale mi venivano rivolte accuse, rivelatisi infondate, in merito a una missione effettuata dal sottoscritto, quale Presidente del Consiglio, in quel di Firenze per partecipare ad un’iniziativa organizzata dall’associazione “Libera” in collaborazione con l’associazione “Avviso Pubblico” contro tutte le mafie, con tanto di fascia Tricolore e Gonfalone.
Il pubblico Ministero a cui fu assegnato il procedimento penale, dopo aver ricevuto i necessari chiarimenti da me forniti, ha formulato la richiesta di archiviazione al Gip, il quale, condividendo quanto evidenziato dal Pm ha archiviato per infondatezza della notizia di reato nei miei confronti, escludendo ogni responsabilità a carico del sottoscritto estraneo alle accuse e addirittura evidenziando nel decreto di archiviazione che erano stati spesi 200 euro in meno rispetto agli 800 preventivati.»
Fin qui la ricostruzione della vicenda. Ma Favuzzi fa riferimento anche alla Sentenza della Cassazione, citata dal Pd, secondo la quale lui non avrebbe avuto diritto al rimborso.
«In primo luogo tengo a precisare che io non ho ricevuto alcun rimborso di denaro. Il legale di fiducia da me nominato ha provveduto a inviare la parcella al Comune (i cui compensi sono stati calcolati secondo i valori medi tariffari da me pretesi onde non aggravare ulteriormente le casse comunali) e quindi agli organi preposti alla liquidazione che hanno soddisfatto le sue spettanze, su mia richiesta e in ottemperanza alla legge.
Proprio in ordine alle spese legali sostenute per il procedimento penale a mio carico porto a conoscenza che la Corte dei Conti sez. giurisdizionale della Puglia sent. n. 787/2012 su concorde pronuncia della sez. della Corte dei Conti Lombardia 86/12 e su altre pronunce finanche del Consiglio di Stato ha sentenziato che chi agisce in forza di un mandato elettorale deve essere tenuto indenne dalle conseguenze economiche subìte nella corretta e legittima esecuzione dell’incarico ricevuto e quindi le spese legali subìte per un procedimento penale ingiusto a causa delle funzioni in questione devono essere necessariamente indennizzate. Nonostante la pronuncia della Cassazione cui si fa riferimento che peraltro si era già pronunciata nel merito nell’anno 2011, essendo la Corte dei Conti l’unico ordine Giurisdizionale deputato al controllo della spesa degli Enti locali, ragione per la quale ho agito nel pieno rispetto della legge.
Di contro, ritengo che quanto pubblicato nell’articolo di giornale apparso su GiovinazzoLive in merito alle spese legali, abbia come unico intento quello di screditare agli occhi dei lettori la mia persona.
Ribadisco, qualora fosse necessario, che ho sempre agito nel rispetto della legalità e in totale trasparenza, avendo quale unico obiettivo quello di essere al servizio della Città e dell’Ente che mi onoro di rappresentare e servire senza servirmene.»
Non manca l’affondo finale ai suoi detrattori, dai quali, nonostante la vicinanza politica, prende le distanze. «Io non sono iscritto al Pd, grazie alla situazione del Pd locale del quale non condivido i metodi di gestione e la presenza in esso di taluni “personaggi” che negli ultimi vent’anni hanno solo arrecato danni alla nostra città con particolare riferimento agli ultimi dieci. Io sono un uomo del Pd sin dalla sua nascita e mi sono sempre impegnato per questo partito in tutte le competizioni elettorali che si sono susseguite dalla sua costituzione.
Mi permetto di approfittare di questo giornale telematico del quale condivido pienamente la linea editoriale per correttezza e completezza dell’informazione, per chiarire a qualche cialtrone e smemorato di Collegno in “malafede” il mio percorso politico lineare e coerente. Io nasco socialista, sono socialista e rimarrò socialista fino a che il Signore mi farà campare, per coerenza e convinzione politica. E non socialista ondivago che va da destra a sinistra, ma socialista di sinistra. Ho militato in questo partito seguendone le diaspore sino a quando non si è dissolto, aderendo alla Costituente dei democratici con Gugliemo Minervini. Ho seguito Minervini nella Margherita di Rutelli quando questa nacque dalla fusione con il Partito Popolare e sono approdato al Partito Democratico sempre per fusione tra Margherita e Democratici di Sinistra, quindi nessun cambio di casacca mai.
Nel 1998 (da 15 anni non mettevo piede in Comune a differenza di questi “signori” che vi avevano piantato le tende) ho abbandonato la politica attiva locale e quindi il Pd locale per i motivi che ho esposto prima. Quando Tommaso Depalma mi ha chiesto di aderire al progetto civico di “Città del Sole” per fare pulizia della classe politica che ha portato alla deriva la nostra città vi ho aderito con entusiasmo, riuscendo finalmente a realizzare il mio sogno, sottrrarre la città dalle mani di questi “signori”. Capisco che la “cicoria è stata amara”, ma se ne devono fare una ragione.»
Una posizione nella quale dice di non sentirsi «scomodo», perchè «i vertici del Partito Democratico conoscono bene la situazione di Giovinazzo e la mia rettitudine morale e mi danno la forza di andare avanti. Seguo la politica da sempre, non ho mai approfittato di essa, non progetto nè costruisco palazzi, per me la politica è stato sempre un mezzo e non un fine e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Mi auguro che un giorno non lontano la parte sana della sezione del Pd di Giovinazzo, che è anch’essa ostaggio di questi personaggi, abbia un rigurgito di orgoglio e riesca a fare pulizia nella stessa come noi abbiamo fatto con la città.»
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