-Nella giornata di ieri, venerdì 14 Febbraio 2014, una nuova tempesta atlantica ha duramente flagellato le coste spagnole della Galizia e quelle atlantiche francesi, con furiosi venti da S-SO e SO che hanno soffiato con raffiche sino a 120-130 km/h. La Galizia è stata la regione maggiormente colpita dalla tempesta di vento che ha provocato numerosi danni e almeno 500 chiamate d’emergenza ai vigili del fuoco. La tempesta di vento, caratterizzata da venti molto forti, da S-SO e SO, provenienti dall’Atlantico portoghese, è stata attivata dal passaggio di un profondo ciclone extratropicale, che dall’Atlantico orientale si è mosso in direzione delle coste meridionali irlandesi, presentando un minimo barico al suolo sceso al di sotto dei 960 hpa. Un valore davvero molto profondo che ha creato un fittissimo “gradiente barico orizzontale” fra l’Atlantico francese e quello portoghese, con un sensibile infittimento di isobare che ha provocato la rapida intensificazione dei venti da S-SO e SO, lungo l’ampio settore pre-frontale della suddetta circolazione depressionaria.

ulla02Il profondo ciclone extratropicale è stato ben alimentato, lungo il suo bordo più occidentale, dalla discesa di masse d’aria piuttosto fredde, d’estrazione polare marittima, che dallo Stretto di Danimarca e dalle coste meridionali della Groenlandia sono scivolate in mezzo all’Atlantico, inasprendo il “gradiente termico orizzontale” con le masse d’aria decisamente più tiepide e umide, di origine temperata oceanica, che risalivano in direzione della Francia, del Canale della Manica e dell’Inghilterra, per poi raggiungere il Belgio e il mar del Nord. Questo inasprimento del “gradiente termico orizzontale” ha ulteriormente rafforzato il ciclone extratropicale che in quota è stato supportato dal transito del ramo principale del “getto polare”, il quale ha impresso ad esso una notevole vorticità positiva. La profonda area depressionaria ha così raggiunto le Isole Britanniche nel pieno della sua maturità, con un intenso sistema frontale annesso e un forte “gradiente barico orizzontale” che si è disposto sul lato più meridionale della profonda depressione. Il consistente “gradiente barico orizzontale” che si è venuto ad innescare ha generato i forti venti di tempesta, da S-SO e SO, che dall’Atlantico portoghese si sono spinti verso l’Atlantico francese, spazzando l’intero tratto di oceano antistante le coste della Galizia e delle coste atlantiche francesi, con raffiche che hanno toccato picchi di oltre i 130 km/h.  Il vento, nel tratto di mare a nord delle coste settentrionali spagnole, è divenuto anche tempestoso, con raffiche che sono state capaci di raggiungere l’intensità di uragano di 1^ categoria della scala Saffir-Simpson, ad oltre i 120-130 km/h e picchi estremi che hanno addirittura toccato la soglia dei 140-150 km/h in certi frangenti.

ulla03Nel corso della mattinata di ieri questi venti di tempesta, presentando una componente prevalentemente sud-occidentale, hanno spazzato la Galizia, con raffiche a tratti anche violente, che hanno lambito la soglia dei 120-130 km/h. I forti venti da S-SO hanno sferzato pure la città di La Coruna, dove in mattinata è stata misurata una massima raffica di ben 130 km/h nella zona del porto, mentre un picco di 113 km/h da S-SO è stato toccato dalla stazione meteorologica dell’aeroporto. Ma, durante la fase clou della tempesta, la raffica più violenta si è registrata proprio nel comune di Brurela, alla Punta Canadieira, dove è stato archiviato un picco massimo di ben 166 km/h. Parliamo di una raffica davvero violenta, paragonabile ad un uragano di 2^ categoria sulla scala Saffir-Simpson. Anche in questo caso, a rendere le tempeste ancora più violente, ci ha pensato l’introduzione del “vento Isallobarico”.

ulla04Il vento Isallobarico”, sommandosi al “vento geostrofico”, ha contribuito a rendere le bufere di vento ancora più intense, in relazione al “gradiente barico orizzontale” che le ha prodotte. Questo tipo di vento rappresenta la componente vettoriale del vento associato al “gradiente barico” causato dalla velocità di spostamento della profonda area ciclonica che lo ha prodotto. Esso è generato da una rapida caduta di pressione su un’area geografica piuttosto vasta, a seguito del passaggio ravvicinato di una profonda ciclogenesi che si muove con una velocità piuttosto elevata, solitamente da ovest a est o sulla direttrice sud-ovest/nord-est, tipica dei profondi cicloni extratropicali sfornati dall‘Atlantico o che provengono direttamente dalle grandi pianure centrali degli USA o da Terranova. Rispetto al comune vento di“gradiente” il vento “Isallobarico” agisce come una sorta di grande onda atmosferica che permette alle masse d’aria di spostarsi il più rapidamente possibile da un’area di alta pressione a un’altra di bassa pressione limitrofa. Di solito il vento “Isallobarico” è associato alle potenti tempeste che si formano in mezzo all’oceano (sia sull’Atlantico che sul Pacifico) e che seguono il passaggio dei grandi cicloni extratropicali, note anche come “depressioni-uragano”, con minimo barici al suolo pronti a scendere sotto i 950-940 hpa.

ulla06Il forte squilibrio del campo barico prodotto genera delle forti corrente che si sommano ai già esistenti venti di “gradiente”, muovendosi in parallelo con quest’ultimi. Queste correnti sommandosi al flusso di “gradiente”possono originare dei venti veramente violenti e turbolenti capaci di apportare notevoli danni in presenza di “gradienti barici” particolarmente forti con annessi profondi minimi depressioni in rapido spostamento. La particolarità di queste correnti è quella che possono percorrere centinaia di chilometri, mantenendo le caratteristiche tempestose fin quando non si va a colmare l’importante squilibrio barico che le ha generate inizialmente. Molto spesso il “vento Isallobarico” è il principale responsabile delle tempeste di vento che sferzano l’Europa e il Mediterraneo, determinando alle volte gravi danni alle strutture.

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