pescatori_spagnaUna tempesta dopo l’altra. Ormai da metà dicembre la Galizia, regione nord-occidentale della Spagna confinante con il Portogallo, viene continuamente colpita da tempeste molto forti, con mareggiate di notevoli proporzioni che si abbattono sulla costa e un mare impossibile da navigare in sicurezza. Questa situazione sta iniziando a diventare insostenibile per i pescatori, il cui lavoro forma parte importante dell’economia locale, e che sono costretti a restare a terra da settimane. Le allerte meteo dell’agenzia meteorologica locale si succedono senza tregua dal 16 dicembre, con pochissimi giorni di pausa, ed anche oggi una nuova mareggiata sta interessando le coste galiziane con pesanti danni sul lungomare di La Coruña.

In queste condizioni, con onde alte diversi metri e vento forza 7, i pescherecci di medie e grandi dimensioni non si azzardano ad uscire nel mar Cantabrico e restano fermi nei porti. Proprio in questi giorni i soccorsi non sono riusciti a raggiungere una nave mercantile degli Emirati Arabi in difficoltà al largo della costa, per le pessime condizioni meteomarine, mentre a fine gennaio un caso simile era capitato ad una nave olandese.

cp1f03413422_344534Gli unici ad uscire in queste condizioni, secondo quanto riportato dalla stampa locale, sono i pescatori con piccole imbarcazioni. Il bottino, anche uscendo per tutto il mese, resta comunque magro, visto che secondo fonti del settore un pescatore riesce a malapena a raccogliere 800 euro, ed il lavoro è duro e molto rischioso. Ma a spingere questi lavoratori nel mare in tempesta è la crisi, che morde in Spagna da ormai 6 lunghissimi anni, e che dal 2010 ha assunto i contorni di un vero disastro sociale. Da quando la bolla immobiliare è esplosa (lasciando in Galizia migliaia di ettari di nuovi quartieri vuoti), la pesca è tornata ad essere uno dei pochi appigli a cui aggrapparsi per evitare l’emigrazione.

Se non si esce in mare, non si guadagna, e così in tanti in questi giorni di mare in burrasca tentano la fortuna, nonostante le allerte meteo. Il problema però è anche un altro. Le logiche del capitalismo sono feroci e dopo giorni in cui la tempesta obbliga i pescherecci agli ormeggi, il prezzo del pesce nei mercati crolla: una buona notizia per chi compra, ma non per chi da quel lavoro deve trarre il pane per la sua vita.

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