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Madrid, 13 nov. (TMNews) – Undici anni dopo il naufragio della petroliera Prestige, spezzatasi in due al largo delle coste della Galizia, la giustizia spagnola si appresta a pronunciare il suo verdetto dopo otto mesi di udienze. La sentenza è attesa per le 11.
Sul banco degli imputati siedono il comandante della petroliera, Apostolos Mangouras; il capo macchinista, Nikolaos Argyropoulos; e il responsabile della Marina mercantile spagnola dell’epoca, José Luis Lopez-Sors: se condannati, rischiano una pena dai 5 ai 12 anni di reclusione – oltre che un’ammenda di 4 miliardi di euro a titolo di indennizzo per la più grave “marea nera” della storia; un quarto imputato, l’ufficiale in seconda della petroliera, Ireneo Maloto, è latitante.
I tre imputati sono tutti ultrasettantenni e dunque è improbabile che possano effettivamente essere sottoposti a una condanna in carcere.
Durante il processo il comandante e l’armatore della Prestige hanno accusato il governo spagnolo di aver provocato la catastrofe ordinando alla petroliera in difficoltà di allontanarsi dalla costa; Lopez-Sors si è difeso sottolineando come fosse stato ritenuto meno rischioso lasciare che la nave affondasse al largo per minimizzare i danni ambientali.
La Prestige – battente bandiera delle Bahamas – era stata gravemente danneggiata durante una tempesta il 13 novembre del 2002: l’affondamento avvenne il 19 novembre, a 250 chilometri dalle coste della Galizia. Le 77mila tonnellate di combustibile trasportate dalla petroliera si riversarono in mare, inquinando oltre 1.700 chilometri di litorale in Francia, Spagna e Portogallo.
(fonte Afp)
TMNews
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