Sep
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"Sì alle aree gratis per imprenditori
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E i «ma» sono davvero tanti. «Sente questorumore? E’ il nostro gruppo elettrogeno d’emergenza – spiega durante l’intervista – chepermette che non si interrompa il ciclo produttivo almeno per gli impianti critici come inostri che producono farmaci. Oggi è in funzione da ore per un guasto più serio, ma spessissimo in Zona industriale ci sono microdistacchi, di minuti, che mettono in crisi leaziende. Tanto che noi come la St abbiamoprovveduto a fornirci di un impianto supplementare autonomo».E ancora, le risorse idriche. «Anche in questo caso abbiamo stipulato tempo fa, così come la Sibeg e la StM, un contratto a parte conla Sidra che ci fornisce l’acqua potabile “controllata”. Ma tante aziende della Zona industriale si lamentano per erogazioni a singhiozzo di acqua non sempre limpida, e spesso ricorrono ad autobotti private per rifornirsi».
E poi la raccolta rifiuti che è carente, e le microdiscariche che si creano attorno ai cassonetti stracolmi. E l’illuminazione «già scarsa chenon viene manutenzionata». E le strade che sono in pessime condizioni, «per non parlaredella pioggia che, quando è battente a lungo,trasforma la Zona industriale in un lago».«Insomma – dice – le grandi aziende si difendono con investimenti supplementaricreandosi le proprie infrastrutture, ma perquelle medio-piccole i problemi non finiscono mai. Ecco perchè dico che ben vengadare i terreni in gestione gratuita ma chenon basta».Il problema è dunque, complessivo perl’amministratore delegato di Pfizer, e non èdetto che l’Irsap, l’Ente regionale che ha sostituito i vecchi consorzi Asi sia il più adeguatoper risolverlo. «In un anno e mezzo non abbiamo visto ancora nessuna miglioria, tranne lemotospazzatrici in funzione per un giorno.Forse con l’Irsap ci ha guadagnato solo il bilancio della Regione, visto che hanno risparmiato sulle nomine. Perchè le aziende… ».
Il vicepresidente di Confindustria auspicainvece che tutte le autorità che a vario titolo hanno a che fare con la Zona industriale -dalla Regione al Comune, dalla Provincia all’Irsap, al Genio Civile eccetera – designinoun soggetto capace di essere l’interlocutoreunico delle aziende che volessero insediarsi nel nostro territorio. «Le aziende – dice -hanno bisogno di tempi certi e di un soggetto unico con il quale trattare. Non è possibile che per una modifica della linea del gaspassino due anni, come sta succedendo anoi. Ci vuole un riferimento – conclude – efficace e affidabile».
L’articolo è stato pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano La Sicilia
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