MADRID – Torna a piede libero Francisco Josè Garzon Amo, il macchinista 52enne accusato di aver provocato il disastroso deragliamento del treno a Santiago De Compostela. Ieri, infatti, il giudice istruttore Luis Alaez, ha deciso di rilasciare l’uomo in libertà vigilata, imponendogli l’obbligo di firma ogni settimana e il divieto assoluto di guida. Garzon si è presentato al Palazzo di Giustizia della città galiziana intorno alle 18:20 di ieri e, nonostante fosse passato per il garage con una macchina della polizia, non è riuscito ad evitare le decine di cronisti che lo stavano attendendo. L’uomo, manette ai polsi, occhiali scuri e una vistosa cicatrice sulla fronte, apparso angosciato e ansioso, è accusato di omicidio colposo plurimo, per aver lanciato il treno alla velocità di 190 km/h quando il limite era 80 km/h. La folle passione di Garzon per la velocità, nota anche dalla sua pagina facebook, ha causato una delle più grandi tragedie ferroviarie della Spagna recente, in cui hanno perso la vita 79 persone (tra cui l’italiano Dario Lombardo). L’ultima, secondo quanto riferisce El Mundo online, è Myrta Fariza, portoricana, morta nell’ospedale universitario del capoluogo della Galizia. Parallelemente al processo del macchinista, crescono anche le polemiche sui soccorsi, ritenuti da alcuni piuttosto tardivi e mal coordinati. Decisa la replica di Alberto Nunez Felijoo, presidente della Giunta galiziana: “Nonostante la situazione gravissima, i soccorsi sono stati tempestivi, come è stato riconosciuto anche dalle autorità nazionali”. Nunez ha poi aggiunto che “La prima ambulanza è arrivata sul posto dopo appena 8 minuti; in tre ore siamo riusciti a soccorrere e portare in ospedale 178 feriti, in 72 ore sono state eseguite 78 autopsie”.

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