BRUXELLES – Terreni situati in Lombardia e in Galizia (Spagna) ricoperti da pascoli permanenti e foreste, spacciati per terre agricole che possono beneficiare di aiuti europei. Ma anche carenze gravi alle regole in materia di mercati pubblici nel gasdotto tra la Romania e l’Ungheria (ma che la Commissione Ue contesta), fino al mancato rispetto delle procedure per progetto per l’approvvigionamento in acqua, in Etiopia.

 

Questi ed altri errori nelle finanze europee 2011, per un ammontare di circa 5,2 miliardi di euro (su un totale di 130 mld), sono finiti nel mirino della Corte dei Conti dell’Ue. I maggiori errori: nello sviluppo rurale (7,7%), nelle politiche ‘regionale, energia e trasporti’ (6%) e nella ricerca (3%).

Immediata e’ stata la reazione della Commissione europea per ricordare che ”il tasso globale di errore sulle spese dell’Ue e’ inferiore al 4%”. E’ come dire – spiega la portavoce del commissario alla fiscalita’ Algirda Semeta – ”che per ogni 100 euro di fondi Ue, 96 sono stati ben spesi, mentre i 4 restanti sono a rischio, ma non per questo sono stato persi o sperperati, o ancora meno sono oggetto di frodi”.

 

In caso di errori nella gestione dei finanziamenti Ue, lo Stato membro interessato deve rimborsare l’ammontare ricevuto alle casse comunitarie e rivalersi sui beneficiari che non hanno rispettato le regole. In conclusione, dice Vitor Caldeira, presidente della Corte dei Conti, ”il bilancio dell’Ue potrebbe essere usato in modo più efficace ed efficiente, e fornire un maggior valore aggiunto per i cittadini”, senza contare che l’importo considerato a rischio irregolarità dai direttori generali della Commissione è salito da 0,4 miliardi nel 2010 a 2 miliardi di euro nel 2011. 

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