Vittoria del Partito Popolare in Galizia, comunità autonoma a nord del Portogallo, tradizionalmente fortino elettorale di Mariano Rajoy. Ieri si è votato per il rinnovo del Parlamento, e i cittadini hanno confermato il proprio orientamento conservatore. Si tratta di un test importante per il premier spagnolo, nato a Santiago de Compostela, che temeva un voto di protesta. I numeri portano invece un po’di ossigeno a un premier che da mesi subisce una perdita di consensi che sembra inesorabile.  Quarantuno i seggi ottenuti dal Pp nel Parlamento regionale (tre in più rispetto a tre anni fa) contro i 18 dei socialisti e i 16 vinti dai due partiti nazionalisti.

NEI PAESI BASCHI VINCE IL PARTITO NAZIONALE. Secondo quanto comunicato da alcune fonti del governo, Rajoy avrebbe rimandato la richiesta di aiuto all’Unione Europa proprio per non scatenare la rabbia degli elettori della sua regione natale, che è stata dominata dal Pp per 24 degli ultimi 31 anni. La richiesta ufficiale dovrebbe arrivare nel mese di novembre. Si è votato anche nei Paesi Baschi, per la prima volta dopo l’annuncio, da parte dell’Eta, dell’abbandono della lotta armata. Ha vinto il Partito Nazionale Basco (PNV) seguito dai separatisti della coalizione di sinistra Euskal Herria Bildu, che si attestano come seconda forza politica. Sono gli eredi di Batasuna, il braccio politico dell’Eta dichiarato illegale dal giudice Baltasar Garzón nel 2002.

A NOVEMBRE SI VOTA IN CATALOGNA. Le due forze indipendentiste assieme costituiscono il 60% dei seggi, e potrebbero creare non pochi problemi al governo centrale. Anche perché il 25 novembre si vota in Catalogna, dove il presidente Artus Mas sta giocando la sua campagna elettorale sul tema dell’indipendentismo. Íñigo Urkullu Renteria, leader del PNV, avrebbe proposto a Mas una vera e propria road map indipendentista che fissa il traguardo (ottenere un nuovo status politico) nel 2015. Sulla Spagna, ricaduta per la seconda volta in recessione da quando la crisi globale si e’ acuita nel 2009, il Fondo monetario internazionale stima una contrazione dell’economia pari all’1,3% nel 2013.


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