Oct
15
(ANSA) – MADRID, 15 OTT – Dieci anni dopo l’affondamento della
petroliera Prestige, che nel novembre del 2002 provoco’ sulle
coste della Galizia la maggiore catastrofe ambientale registrata
in Spagna, comincia domani a La Coruna il maxi-processo, che
vede sul banco degli accusati il capitano Apostolos Mangouras.
77 anni, di nazionalita’ greca, Mangouras e’ accusato di
attentato contro l’ambiente, danni e disubbedienza, reati per i
quali la pubblica accusa chiede una condanna a 12 anni di
reclusione. Nell’istruttura racchiusa in 260.000 fogli, gli
stessi reati sono contestati ad altri due membri
dell’equipaggio: Ireneo Maloro, primo ufficiale, di nazionalita’
filippina, che ha fatto perdere le tracce; e Nikolaos
Argyropoulos, capo macchine. Sul banco degli imputati ci sara’
anche l’ex direttore generale della Marina Mercantile, all’epoca
il cui era ministro di infrastrutture nell’ex governo di Aznar,
Francisco Alvarez-Cascos, accusato di imprudenza grave per la la
rotta erratica seguita dalla petroliera durante sei giorni al
largo delle coste nord occidentali, che estese la marea nera di
petrolio lungo le coste delle Asturie, della Cantabria e del sud
della Francia. Il ministro comparira’ in aula come teste. Ma
sono molti i responsabili di quella catastrofe naturale che non
saranno giudicati, secondo la denuncia di associazioni
ambientaliste come Ecologistas en Accion o ‘Nunca Mas’, che
annoverano fra coloro che si sono liberati dalle accuse il
delegato del governo in Galizia o il sindaco de La Coruna.
Le richieste per danni della 2.000 parti civili che si sono
costituite – e per le quali e’ stato necessario allestire una
mazi aula giudiziaria da 450 metri quadri – superano
complessivamente i 2,2 miliardi di euro e si prevede che il
processo duri almeno nove mesi e non si concludera’ prima del
settembre 2013.
Il disastro ambientale e’ costato 3,862 miliardi di euro al solo
Stato spagnolo, per il quale la pubblica accusa chiede i
risarcimenti. Lo Stato sara’ presente anche come responsabile
sussidiario, assieme ai responsabili civili diretti, che sono la
compagnia di assicurazione della petroliera, The London
Steamship Owners’ Murual Insurance Association, e il Fondo
internazionale di danni per idrocarburi. Il numero di persone
danneggiate dalla marea nera di 2.300 persone, anche se coloro
che reclamano danni sono 1.500, dato che molti hanno gia’
ricevuto i risarcimenti dall’amministrazione.
Era il 13 novembre del 2002 quanto nella petroliera, che
navigava con un carico di 77mila tonnellate in balia di un forte
temporale, si apri’ una falla mentre era a 28 miglia al largo di
Finisterre. Sei giorni dopo, nel tentativo di allontanarla dalla
costa, la petroliera di spezzo’ in due, facendo tracimare parte
del suo carico. La catastrofe mbientale attiro’ una marea bianca
di solidarieta’: centinaia di volontari da tutto il mondo per
aiutare a ripulire le spiagge e le scogliere della Galizia e
delle Asturie.
(ANSA)
YK8
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