. C1 risiamo, Paganese! Quello che poco meno di un mese e mezzo fa sembrava un’impresa impossibile, diventa quasi un giochetto facile facile. Perchè l’irta scalata playoff, Grassadonia e i suoi la rendono poco più di una passeggiata di salute. Percorso senza inciampi in queste quattro partite conclusive della post season: dopo aver superato, in casa e a domicilio, la Vigor Lamezia, e dopo essere riuscita a imporre due lunghezze di scarto tra sé e il Chieti, nella finale d’andata al “Torre”, la Paganese completa l’opera tornando imbattuta anche dall’Abruzzo. E, soprattutto, mantenendo inviolata la porta di Robertiello per oltre trecentosessanta minuti: se non è record, poco ci manca. • Anche con mezza difesa titolare (Agresta, Pepe e Balzano) sistemata sulle gradinate della curva sud dell’Angelini, anche se in inferioritá numerica per oltre un’ora di gioco, per l’eccessiva foga di Galizia (giá ammonito) nel rincorrere un avversario (Bigoni) addirittura a metá campo, la compagine azzurrostellata ha il carattere, la personalitá e lo spessore tecnico (e del tecnico: Grassadonia) per non perdere la testa, non alterare i propri equilibri, non lasciarsi sopraffare dal panico e continuare a recitare il canovaccio tattico studiato alla vigilia. Merito dei nove rimasti in campo per tutto l’incontro, a cui si è aggiunto in corso d’opera Giglio (che ha rimpiazzato la punta Luca Orlando) e di un allenatore che in cinque partite dal suo ritorno in panchina ne ha vinte quattro e pareggiata una: quella di ieri. Magari, ieri Feola avrá fatto da spettatore per novantacinque minuti: ma chi se ne frega! Contava il risultato finale e quello sorride a Fusco e compagni, capaci di non disunirsi, se non nel disperato assalto finale dei neroverdi. Perchè la partita è un monologo di possesso palla, ma assolutamente sterile, dei padroni di casa. Che partono lancia in resta ma vanno subito a sbattere contro il muro disegnato da Grassadonia ed eretto sul campo da Pastore e Loiacono (sulle fasce) e da Fusco, Nigro e Sicignano (al centro). Ma è un lavoro d’equipe, quello degli azzurrostellati, perchè a fare da argine davanti alla difesa ci pensano anche De Martino e gli esterni alti (soprattutto, Scarpa) e perchè Fava e (finchè resterá sul terreno di gioco) anche Luca Orlando si sfiancano nel coprire gli spazi.Insomma, anche con un’unitá in più, per altre due ore, il Chieti non sarebbe mai riuscito a fare breccia nella retroguardia ospite. Che concede al massimo dei calci piazzati, nel primo tempo. Nella ripresa, l’assalto degli abruzzesi è ancora più discontinuo, poco ficcante. E neppure gli innesti di mister Paolucci cambiano l’inerzia del match, facendo indispettire il pubblico di casa (esempio di compostezza e sportivitá, specie quando tributerá un lungo applauso ai propri beniamini, nonostante l’obiettivo fallito!). Robertiello, poi, ci mette tanto di suo, opponendosi al calcio piazzato di Sabbatini (13’), alzando in corner un fendente di Berardino (28’), deviando ancora in angolo una maligna conclusione dalla distanza sempre di Berardino (34’) e ringraziando la dea bendata, quando (39’) Anastasi non aggancia il cross di Malerba. Zero a zero. E Paganese strafelice, stracontenta e, soprattutto, promossa. Auguri! La Citta di Salerno rassegna stampa di Positanonews

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