Apr
11
Primavera a Pistoia tra arte e buona tavola
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di Maria La Calce
Ai piedi dell’Appennino tosco-emiliano, lungo l’antica via Francigena sorge Pistoia, un tempo meta di numerosi pellegrini e mercanti italiani, diretti in Galizia, a Santiago de Compostela o provenienti dalla Francia o da altre zone d’Europa ed in cammino verso Roma.
A Pistoia confluivano dunque merci, idee, nuove e diverse culture tali da renderla, almeno durante il maggior periodo di fioritura dei pellegrinaggi, uno dei più vivaci centri della Penisola.
Oggi, nonostante gli antichi fasti la città rimane un po’ fuori dai circuiti turistici più battuti che prediligono le vicine Firenze, Pisa e Lucca, ma non per questo meno interessante.
Il territorio di Pistoia si presta in ogni periodo dell’anno ad un piacevole soggiorno, ma proprio in primavera si trasforma in una meta ideale. È con la bella stagione, infatti, che si riesce a godere appieno dei suggestivi paesaggi che offrono i dintorni e la provincia e delle testimonianze lasciate nel corso dei secoli, in sontuosi palazzi e splendide chiese, dal medioevo, al rinascimento, al barocco.
Del suo passato, la città, così come la sua provincia conserva numerose testimonianze come le tante chiese romaniche dalla tipica bicromia di marmo bianco e verde presenti in tutto il centro storico oppure la Croce di Coppo di Marcovaldo e l’altare d’argento che si trovano all’interno della Cattedrale.
Proprio dalla suggestiva piazza Duomo, una delle più belle d’Italia, nel Medioevo, partiva il camino di Santiago”. Attorno alla piazza sorgono ancora oggi gli antichi simboli del potere civile e religioso: oltre alla Cattedrale di S.Zeno, vi è infatti il Battistero ottagonale, il Palazzo del Comune, il Palazzo dei Vescovi, il Palazzo del Podestà o Pretorio, antica sede del Tribunale, nel cui atrio si trova ancora l’originaria tavola in pietra in cui veniva amministrata la giustizia e la Torre di Catilina, esempio d casa-torre medievale.
Dalla piazza del Duomo, percorrendo Via Stracceria, si arriva al centro della città longobarda, Piazza della Sala, antico cuore mercantile, oggi sede di giorno di un vivace mercato ortofrutticolo, mentre di sera allegro punto di ritrovo per pistoiesi e turisti.
Anche il periodo rinascimentale a Pistoia è ben rappresentato, basti pensare alla splendida Basilica della Madonna dell’Umiltà, con la sua grande cupola, o ancora alle terracotte invetriate, realizzate dalla bottega dei Della Robbia, che ornano il portale della Chiesa di San Zeno o ancora il fregio dell’ospedale del Ceppo raffigurando le sette opere di misericordia, (Vestire gli ignudi, Albergare i pellegrini, Assistere gli infermi, Visitare i carcerati, Seppellire i morti, Dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati) intervallate dalle figure simboliche delle Virtù cardinali e teologali (la Prudenza, la Fede, la Carità, la Speranza, la Giustizia).
Il barocco invece è ben evidente ad esempio nell’altare maggiore disegnato dal Bernini nella chiesa dello Spirito Santo ed il liberty nella facciata della Galleria Vittorio Emanuele, e nei grandi lampioni in Piazza Garibaldi, posti ai lati del monumento equestre
Lasciata la città non si può rimanere indifferenti di fronte alle dolci colline del Montalbano e della Svizzera Pesciatina, allle aree umide della Padule di Fucecchio e della Querciola di Quarrata, o al complesso montano di l’Abetone. Interessante potrà rivelarsi anche una visita nei famosi centri termali di Montecatini Terme e Monsummano Terme per godere di una pausa di benessere e relax, così come una sosta nella magica Collodi per tuffarsi nel mondo di Pinocchio e vivere una fiaba senza tempo.
Pistoia, oltre che per gli appassionati di arte e cultura sarà sicuramente una splendida meta anche per i buon gustai, il suo territorio infatti, è in grado di coniugare mirabilmente monumenti, paesaggi mozzafiato e buona tavola. La cucina pistoiese gustosa e genuina infatti non solo è prelibata grazie alle ricette della tradizione, ma anche e soprattutto grazie alla bontà dei prodotti locali che utilizza come le verdure tra cui spicca il cavolo nero e quelli legati alla pastorizia. A tal proposito particolarmente rappresentativo è il Pecorino della Montagna Pistoiese eletto presidio slow food insieme al Fagiolo di Sorana, molto piccolo, leggerissimo, bianco, ottimo se cucinato al fiasco.
Rinomati sono poi il ravaggiolo prodotto con latte locale e di alta qualità e la ricotta di pecora pistoiese, che si accompagna bene con i necci, dolci realizzati con farina di castagne, altra produzione tipica della zona.
Ottime le preparazioni a base di carne e frattaglie o ancora i salumi (il salame toscano, il prosciutto crudo salato, la finocchiona, la coppa, la pancetta, il biroldo, il guanciale, l’arista cotta e le salsicce toscane), che si accompagnano perfettamente con il tipico pane senza sale, consumato anche con l’olio extra-vergine di oliva e ottimo per preparare la “ribollita” o la “pappa col pomodoro” .
Il tutto va annaffiato con vino locale, bianco o rosso. Il delizioso nettare è servito anche insieme ai dolci tipici come il castagnaccio, i cantucci o le Cialde di Montecatini, ripiene di mandorle e zucchero e preparate per la prima volta negli anni ’20 da una famiglia di ebrei cecoslovacchi. Tipiche sono ancora le cialde di Lamporecchio, fatte con uova, farina, zucchero e anice e, secondo la tradizione inventate verso la metà del XVI sec. dalle suore di Santa Brigida modificando l’impasto delle ostie ed il confetto “a riccio” di Pistoia, dall’inconfondibile forma bitorzoluta, un tempo solo all’anice oggi con mandorle, nocciole, arancia e cioccolato.
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